Sonno gigante sonno piccino

di Giusi Quarenghi e Giulia Sagramola, 2013
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"Questa sera sul cuscino
non trova sonno il mio bambino [...] 

Forse gli balla qualcosa in testa
forse ha voglia di fare festa
forse non so forse chissà...
piccolo sonno passa di qua." 

Tra questi versi si scioglie la ninnananna di Giusi Quarenghi, in cerca del sonno di un bambino che questa sera non ha tanta voglia di dormire.
Un viaggio immaginato, creato dai tanti 'forse' che nel percorso segnano bivi di fantasia: forse è andato a fare un giro o forse ha incontrato un ghiro, forse nuota in mezzo al mare, forse vola su un cammello o galoppa su un uccello.
Forse.
In tutta questa incertezza, una sola cosa è certa, lui, il bambino, si sta divertendo un mondo. In quel mondo che è al di là della veglia.
Ma questo bambino non è l'unico a spassarsela. Con lui si devono essere molto divertite anche le autrici, Giusi Qarenghi e Giulia Sagramola, che hanno costruito un viaggio, giocando con il senso delle parole e con il senso delle immagini e con il senso del tempo che va.
Così come Giusi Quarenghi colora di nuovo senso le parole, per cui una stella si beve e una camomilla si guarda, un cammello decolla e un uccello galoppa (è normale non prendere sonno con questa confusione...), altrettanto fa Giulia Sagramola con le immagini.
Fotografie in bianco e nero dell'infanzia di nonni e genitori che, sapientemente ritoccate, prendono colore e si arricchiscono di particolari per assumere nuovi significati.

Da Forse... (il sonno visto da chi resta sveglio), su Lettura candita, di Carla Ghisalberti, 2013.











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