L'omino e Dio

Kitty Crowther, 2011,
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Ci sono circostanze in cui trattare argomenti importanti, coincide con raccontare una storia ai bambini. L'omino e Dio di Kitty Crowther ne è la dimostrazione. Ci sono letture tanto più riuscite quanto più arrischiate, perché lasciate aperte a destini non previsti. Non è forse sempre così nella vita di un libro e in quella di qualsiasi prodotto dell'ingegno? Non è forse così per l'essere umano, una volta nato? C'è caos tra i pensieri degli adulti quando è ora di decidere se un libro sia per bambini oppure no. E aumenta, se l'oggetto da scegliere è un albo illustrato. L'opera di Kitty Crowther – vincitrice nel 2010 del più prestigioso premio mondiale per la letteratura per l'infanzia, il Premio Astrid Lindgren – non fa mistero, mentre narra di Dio e dell'uomo e li mostra, del fatto che all'infanzia possiamo parlare di tutto. La cosiddetta letteratura per l'infanzia, vista attraverso le pagine di L'omino e Dio, non esiste. Quella che si intravede, al suo posto, è un'altra cosa, è una letteratura universale che si rivolge all'infanzia dell'Uomo. Kitty Crowther non è una teologa né prova a esserlo pubblicando questo libro, che prima di tutto è la storia di un incontro straordinario, tra due persone straordinarie.

Da Un giorno splendido, di Giulia Mirandola, Catalogone 2012


1 commento:

  1. Chi è Dio?
    Per chi crede parlare di Dio ai bambini sa di catechismo, pertanto non piace a nessuno, tanto meno ai bambini che se ne restano con domande senza risposta o con risposte preconfezionate più o meno teologiche abbastanza inutili.
    Anche i bambini che non credono, o non crederanno, chiedono di Dio a genitori spesso atei, che liquidano la faccenda con un "sono tutte scemenze" oppure si imbarcano in spiegazioni più o meno articolate, ma sempre insoddisfacenti.
    In questo, credere o non credere non fa differenza, parlare di Dio a persone schiette come i bambini è un'impresa davvero troppo difficile, forse impossibile.

    Ma questo libro aggira l'ostacolo. Non parla di Dio.
    Parla di una relazione umana con Dio. Di un omino e di un Dio che si incontrano, si conoscono, si raccontano, si confrontano, fanno amicizia e si godono una giornata loro due soli.
    La cosa che li accomuna, infatti, è che tutti e due hanno voglia di stare insieme, e non importa che uno sia un omino e un altro un Dio, la differenza tra loro è di sola specie, il cuore invece è simile.

    Mano a mano che scende la sera sulla giornata di omino e Dio, l'amicizia diventa la risposta alla domanda, l'unica risposta che conti, l'unica che può interessare a un bambino.
    E forse non solo a lui.

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